La prima volta de “La voce di Calibano” VII° giorno

Il racconto di oggi porta la firma di Antonio Zoppetti. Non abbiamo alla fine del brano una sua presentazione, quella che in gergo chiamiamo “Bio”, ma in pratica il suo racconto parla per lui: una raffica di calembour che mi ha ricordato Gianni Rodari e la sua capacità di giocare con le parole, un divertirsi e allo stesso tempo far divertire, riuscire a tirar fuori l’animo fanciullesco del lettore, spesso sepolto sotto i chili di polvere della quotidianità e degli anni che passano.

Per chi fosse curioso e volesse saper qualcosa di più su Antonio Zoppetti può dare un’occhiata al suo blog… https://diciamoloinitaliano.wordpress.com/

Intanto potete leggere questo suo piacevole racconto, tutto da gustare, una vera e propria librìdine.

La librìdine

libridine firmato

Davanti a quella risposta restò completamente allibrito: “Davvero è la prima volta?”
La ragazza annuì e arrossì.

Dunque non aveva mai letto un libro in vita sua!
“Di questi tempi non è facile trovare una ragazza di questo calibro ancora completamente illibrata.” Pensò sornione mentre le mostrava la sua libreria con fare da uomo vissuto.

La giovane si avvicinò allo scaffale alla ricerca di un’opera che la attraesse. Ce n’erano tantissime, di ogni genere e dimensione. Alcune enormi e pesanti anche più di un ettolibro. Altre così piccine che non raggiungevano la libbra. Alla fine delibrò per un trattato di enologia che le sembrava molto indicato per una libragione. Lo afferrò e glielo porse.

“Ottima scelta, un libro di assaggistica!”
“E adesso?” Sussurrò lei.
Libravano si guardavano negli occhi. Lei aveva un’espressione di librità che le brillava nelle pupile in modo intrattenibile. Quel libro non doveva essere un libro normale, pensò. Era un po’ libro e un po’ no. Un lìbrido insomma. Infatti, all’improvviso uscì fuori un colibrì che si librò nell’aria alla ricerca di una librosuzione, probabilmente. La giovane sentì la testa girare e il cuore battere forte, al punto che perse l’equilibro. Lui le carezzò il dorso. Poi la solleticò sul frontespizio e infine appoggiò l’indice sul book. Nello stesso istante la fanciulla fu pervasa da un’incontenibile libridine. Lui se ne rallibrò e alzò il volume. Poi prese a sfogliarla. Lei si riempiva di quella lettura e sentiva la sua librificazione aumentare. Per la prima volta si sentì donna, sotto quella copertina.

Quando ebbero finito lui l’accompagnò a casa con la sua librousine. La baciò e le promise che si sarebbero rivisti presto. Ma non l’avrebbe mai più rivista, quel bel tomo non era altro che uno spregevole allibratore.

7 Risposte a “La prima volta de “La voce di Calibano” VII° giorno”

  1. nooooooooo!!!!! Favoloso!!!!! Sembra proprio di leggere Rodari.
    Certo che non è nemmeno semplice giocare con le parole in questo modo. Bisogna essere veramente in gamba!
    Complimenti!!!!

    1. Benvenuta Cristiana. Sono d’accordo. Per fare un testo così non serve solo essere abile con le parole, ma anche voglia di esprimersi, un carattere generoso.

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