Certi episodi della vita possono essere immagazzinati nella mente ed essere ricordati alla perfezione, altri invece vengono dimenticati con facilità.
Questa caratteristica del nostro comportamento viene chiamato memoria selettiva, ricordiamo solo ciò che in qualche modo è stato significativo per noi. Per questo alcuni affermano che la nostra identità è una collezioni di ricordi scelti dalla nostra memoria selettiva. Insomma ricordiamo alcuni avvenimenti e non altri perché il nostro cervello tende a rifiutare ciò che non è necessario e a conservare quello che è davvero importante.
Il racconto di oggi è proprio un esempio di memoria selettiva, un ricordo, una riflessione che la nostra Marina Guarneri ci ha regalato.
Riflessioni in Privato.
La prima volta che me lo sono trovato davanti, grosso, compatto, quasi solenne, ho provato un senso di vertigine che mi ha graffiato la corteccia cerebrale. Me la ricordo bene quella sensazione!
Ho un treno di aggettivi per descrivere come lo vedevo allora: austero, sollecito, pulsante… Era lì, pronto, che si donava a me.
Stentavo ad allungare una mano anche solo per sfiorarlo, in preda al panico da inesperienza. Sembravo una pusillanime al primo lancio col paracadute; frignavo: “no, vabbè, dai, facciamolo domani” e mi sminuzzavo le unghia coi denti, imbalsamata dentro la paura di non essere capace di arrivare fino in fondo. Ero un bradipo che tardava il contatto, impegnata in una riflessione prolissa se fosse meglio fuggire (sono ancora in tempo per farlo) o concedermi (tanto non durerà troppo.)
Alla fine ho capito che crescere voleva dire anche assumersi la responsabilità della decisione presa e ne ero certa, nessuno mi stava costringendo: quella cosa lì, io, l’avevo scelta.
Mi sono impegnata molto per fare una discreta figura e che indimenticabili nottate! E quando è venuto il momento di dimostrare il risultato ottenuto, sono andata. Testa alta, spalle dritte, salivazione azzerata, ho aspirato più aria che potevo, l’ho trattenuta dentro i polmoni qualche secondo, l’ho soffiata fino a rallentare il battito cardiaco e poi… l’ho preso.
Un fiero 27 in diritto privato, la mia prima materia all’università. Anche il mio primo studio traumatico. E purtroppo non l’ultimo.
Marina Guarneri
Scrivo e leggo, leggo e scrivo, non riesco a farne a meno. Amo tutto quello che ha una familiarità con la fantasia: la metto su carta, la vivo grazie ai libri; cosa singolare, considerato che ho masticato leggi e norme per anni. Ho realizzato il mio sogno vincendo un concorso letterario con il romanzo “31 dicembre” e continuo a riempire i cassetti di scritti spesso lasciati incompiuti. Da circa cinque anni ho trovato un modo meraviglioso per parlare di scrittura e di tutto ciò che le ruota attorno: lo faccio nel mio blog, Il taccuino dello scrittore, dove racconto e mi racconto, chiacchiero, condivido pensieri e riflessioni, mi confronto con persone che hanno gli stessi miei interessi. Un altro modo per godermi le passioni che coltivo.
Marina …Marina.. cii hai fregato bene!!! SEmbrava che tu parlassi di chissà quale moroso e invece ahhahahahaha
Bellissimo!
Grande Marina 😉
ahahahahahhaahha… Fantastica, Marina! Ma non ho mai avuto dubbi. Anche se per un attimo ho sperato avessimo dato inizio a “quel filone là” :P. Se partivi tu, ti seguivo a ruota XD…
Alla prossima… volta, prima o poi sarà quella buona hihihihihihihihi…