L’arte di lasciar perdere

L’arte di lasciar perdere nasce da una serie di esperienze che ti capitano nella vita. Sono vari momenti in cui ti ritrovi a dover mettere delle cuffie per sentire della musica, possibilmente buona. Una sorta di protezione verso alcuni individui pronti a provocarti in ogni modo. Ecco alcuni esempi:
1) So tutto io: da assecondare in casi estremi in cui insiste per snocciolare tutto ciò che sa. Puoi solo che dirgli, con aria convinta: “Che bravo!” (anche per due volte consecutive).
2) Sono bella, sono amata, ce l’ho solo io: in effetti solo lei ha tutte queste qualità in un corpo unico. Poi se anche gli “homo erectus “(battutaccia) lo apprezzano, buon per lei. Voi fingete di appartenere al genere umano, non extraterrestre.
3) L’uomo “Denim”: quello sicuro che non deve chiedere “mai”. Sì, meno male che non chiede, perché io “mai” lo vorrei. Convinti di essere più belli di Richard Gere, se ti degnano del loro interesse e come se ti facessero un grande dono. Fingete di essere lesbiche, altrimenti non ve li scrollate più di dosso.
4) Il polemico cronico: se tutti votano per farti capoclasse, se tutti ti elogiano per un successo lavorativo, se tutti ti mettono “mi piace”, se tutti ti adorano, arriverà uno a rovinarti la festa con commenti o dissensi ad cazzum, (latino ammesso e non concesso).
5) Il bacchettone: parole d’ordine: tu non puoi. Tu, proprio tu. Non uno a caso, ma tu…non puoi vestirti così a quaranta anni, non puoi andare in giro da sola, non puoi rifarti una vita, non puoi farti uno, non puoi scrivere di uno che volevi farti mentre andavi in giro da sola vestita da ventenne. Insomma: tu non puoi, per poi scoprire che invece lui sì.
6) Il pessimista: se non lo sei, con lui lo diventerai o ti conviene far finta di esserlo. Buttare frasi come “si stava peggio quando si stava…meglio”. Buttarsi dall’aeroplano con un triplo salto mortale sul “pessimismo cosmico” provvisti di paracadute difettoso. Un “te l’avevo detto” suggella la sfortuna imperante.
7) Il super impegnato: Ho fatto questo, sono stato con quello, mi ha invitato quell’altro. Mille appuntamenti come se non ci fosse un domani. Agende ricche di eventi e riconoscimenti, premi Nobel, Miss (o Mister) Italia, tre master perché due è da sfigati, curriculum vitae che i rotoloni che pubblicizzano in TV sono delle pergamene per “ermetici”. Potete solo che soffiarvi il naso col rotolone e gettare nel cesto le vostre targhe e nascondere in un cassetto il vostro titolo di studio.
8) Il critico: che sia d’arte, di scrittura o di vita, la sostanza non cambia. Ti rivolterà come un calzino nell’ultima centrifuga che hai azionato alle 8:30 per non svegliare i vicini. Portati il necessario per una scampagnata, le caprette tanto amate da Sgarbi ti faranno compagnia in sentieri battuti da cacciatori o raccoglitori di funghi della domenica.
Quotidianamente se ne possono trovare ancor di più di individui a cui sorridere indossando quella maschera chiamata: “Lasciar perdere”, non per debolezza ma per quieto vivere, il vostro. Vivete tranquilli e trovate un posto il più lontano possibile da loro, il luogo “del lasciar perdere”. Alla lunga vincerete voi.

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