Anche a te e famiglia

Come un mantra per salutare il nuovo giorno, vi auguro Buona Pasqua.

“Anche a te e famiglia”… è una delle risposte più usate (da tutti), ci viene istintivo augurare al destinatario del messaggio e ai suoi cari un pensiero esteso alla famiglia. Può capitare che il messaggio sia già salvato dopo aver risposto a diversi messaggi in chat e non resta che inviare, allora, senza digitare per la (ventesima volta?) la stessa frase. È lì, già pronta all’uso, anonima, senza fantasia, volendo con invio multiplo per far prima. Durante le feste si è assorbiti da pranzi, gite fuori porta (che Pasqua sarebbe senza un picnic all’aria aperta?) amici e/o parenti a casa (o fuori casa, dipende dal tempo). La  messa della domenica, le uova di cioccolata da scartare, quelle sode da digerire mangiate appena svegli assieme al caffellatte e al pezzetto di cioccolata fregato a tuo figlio, per mandar giù il sapore dell’uovo. Una bella fetta di torta salata (o dolce, o entrambi) con il capocollo, salame o un salume che hai messo a seccare in inverno e che ora, con la pizza pasquale, è pronto per la colazione (tradizione tipica del centro Italia, quella della colazione pasquale, paese che vai, usanza che trovi).

In pratica al picnic coi tuoi (o chi con vuoi) ci vai già ripieno, come il polpettone di zia Carmela. E mangerai pure a pranzo perché dopo aver fatto tre chilometri con borse piene di cibo e vettovaglie, hai smaltito anche l’uovo sodo a digiuno e che ogni tanto si “ripropone” (termine romanesco per indicare il cibo che torna su, quel senso di acidità di stomaco che a volte arriva fino in gola, NdR), ma per poco. Giusto il tempo di mangiare altro.

Anche a te e famiglia succede questo? Più o meno sì, nell’arco della tua vita ognuno ricorda questi rituali pasquali. Quell’augurio sembra una maledizione se si pensa che niente sarà spensierato e rilassante nei giorni di Pasqua e Pasquetta. In realtà è una frase, seppur abusata, di buon auspicio nel trascorrere con chi ami quei giorni di festa e, di solito, la famiglia rappresenta la felicità per ognuno di noi. Ma durante l’invio abbiamo mai pensato al destinatario? O ci viene in automatico e scontato che il destinatario abbia una famiglia con cui festeggiare? Credo che valga la seconda ipotesi. Non sempre conosciamo tutti, con intimità, e quel “anche a te e famiglia” lo usiamo inviandolo a tutti, anche ai gruppi di scuola, ai quasi sconosciuti, al collega che non conosci fino in fondo. E se fossero soli quelle persone? Come si sentirebbero dopo aver ricevuto quell’augurio? Forse tristi e soli. Allora ci pensi e il messaggio successivo lo personalizzi, lo scrivi tu senza inviare in automatico quella frase. Funzionerà? Lo speri. E se dopo “anche a te e famiglia” la risposta non è triste, vuol dire che per quella persona la famiglia è lui, si completa, anche perché non è detto che stare in mezzo a tante persone a festeggiare indica serenità, ricchezza, felicità. Una famiglia non è completezza se poi il giorno successivo, finita l’euforia, ognuno torna al suo mondo, così con gli amici. Famiglia sei tu e tu devi circondati di chi ami, in primis con te stesso. Gli altri (amici, parenti, colleghi, sconosciuti) devono festeggiare con te se tu lo vuoi, altrimenti sei già completo. Mangia, scarta, prega, ridi, parla, cammina, riposati con chi vuoi, l’importante che tu non abbia la sensazione di solitudine. Non importa quante persone (o animali, perché no!) tu abbia vicino, ma che tu sia felice con loro (e con te stesso).

Buona Pasqua e Pasquetta a tutti. In particolare a chi quel “a te e famiglia” gli sta scomodo. State comodi e non adagiatevi su un divano da soli. Solo è, chi solo si sente. Uscite a trovare la vostra completezza che deve partire da voi. Gli altri si stanno stringendo da qualche parte per farvi posto sulla tovaglia svolazzante con cibarie varie. Non importa se dovrete fare tre chilometri per raggiungere chi vi farà sentire in famiglia (e non è detto che sia la vostra famiglia d’origine), vi verrà fame e l’appetito (voglia di stare insieme) vien mangiando. Buon appetito! E buone feste pasquali.

jcalibano     Gli Auguri di Calibano

frigoDopo aver letto il pezzo di Tiziana, mi è venuto in mente il mio frigorifero pieno, i  miei preparativi per la pastiera, le uova, le torte e il salame da affettare, ma soprattutto i magneti appesi alla sportello. Uno in particolare, è un piccolo portafoto con l’immagine di un gruppo di amici e la scritta: GLI AMICI SONO LA FAMIGLIA CHE CI SIAMO SCELTI.

Una di quelle frasi fatte, un po’ retoriche e scontate. Eppure quel gruppo di amici della foto saranno coloro con cui terrò viva la tradizione della colazione pasquale, e per me, romano “emigrato” al nord, è un piccolo grande dono, perché mi fa tornare bambino, mi fa assaporare ancora l’aria della primavera romana, mi rende felice.

Non fa niente se loro non concepiscono questo fatto di mangiare il salame con le uova e il pan di spagna a colazione, anche bere un caffè insieme va bene. Perché quello che conta è l’amicizia.

Proprio dell’amicizia si parla nel testo della poesia (di un autore anonimo e attribuita a Jorge Luis Borges),  letta da Flavio Insinna durante i funerali di Fabrizio Frizzi a Roma.

Io invece con questa poesia voglio fare gli auguri di Pasqua a Tiziana, a tutti i miei amici e lettori del Blog.

Non posso darti soluzioni per tutti i problemi della vita,
Non ho risposte per i tuoi dubbi o timori,
però posso ascoltarli e dividerli con te.
Non posso cambiare né il tuo passato né il tuo futuro,
però quando serve starò vicino a te.
Non posso evitarti di precipitare,
solamente posso offrirti la mia mano perché ti sostenga e non cada.
La tua allegria, il tuo successo e il tuo trionfo non sono i miei,
però gioisco sinceramente quando ti vedo felice.
Non giudico le decisioni che prendi nella vita,
mi limito ad appoggiarti, a stimolarti e aiutarti se me lo chiedi.
Non posso tracciare limiti dentro i quali devi muoverti,
però posso offrirti lo spazio necessario per crescere.
Non posso evitare la tua sofferenza, quando qualche pena ti tocca il cuore,
però posso piangere con te e raccogliere i pezzi per rimetterlo a nuovo.
Non posso dirti né cosa sei né cosa devi essere,
solamente posso volerti come sei ed essere tuo amico.
In questo giorno pensavo a qualcuno che mi fosse amico,
in quel momento sei apparso tu…
Non sei né sopra né sotto né in mezzo,
non sei né in testa né alla fine della lista.
Non sei né il numero uno né il numero finale e tanto meno ho la pretesa di essere io il primo, il secondo o il terzo della tua lista.
Basta che tu mi voglia come amico.
Poi ho capito che siamo veramente amici.
Ho fatto quello che farebbe qualsiasi amico:
ho pregato e ho ringraziato Dio per te.
Grazie per essermi amico.

Poema a la amistad

No puedo darte soluciones para todos los problemas de
la vida, ni tengo respuestas para tus dudas o temores,
pero puedo escucharte y compartirlo contigo.
No puedo cambiar tu pasado ni tu futuro.
Pero cuando me necesites estaré junto a ti.
No puedo evitar que tropieces.
Solamente puedo ofrecerte mi mano para que te sujetes
y no caigas.
Tus alegrías, tus triunfos y tus éxitos no son míos.
Pero disfruto sinceramente cuando te veo feliz.
No juzgo las decisiones que tomas en la vida.
Me limito a apoyarte, a estimularte y a ayudarte si me
lo pides.
No puedo trazarte limites dentro de los cuales debes
actuar, pero si te ofrezco el espacio necesario para
crecer.
No puedo evitar tus sufrimientos cuando alguna pena te
parta el corazón, pero puedo llorar contigo y recoger
los pedazos para armarlo de nuevo.
No puedo decirte quien eres ni quien deberías ser.
Solamente puedo quererte como eres y ser tu amigo.
En estos días oré por ti…
En estos días me puse a recordar a mis amistades mas
preciosas.
Soy una persona feliz: tengo mas amigos de lo que
imaginaba.
Eso es lo que ellos me dicen, me lo demuestran.
Es lo que siento por todos ellos.
Veo el brillo en sus ojos, la sonrisa espontánea y la
alegría que sienten al verme.
Y yo también siento paz y alegría cuando los veo y
cuando hablamos, sea en la alegría o sea en la
serenidad, en estos días pense en mis amigos y amigas,
entre ellos, apareciste tu.
No estabas arriba, ni abajo ni en medio.
No encabezabas ni concluías la lista.
No eras el numero uno ni el numero final.
Lo que se es que te destacabas por alguna cualidad que
transmitías y con la cual desde hace tiempo se
ennoblece mi vida.
Y tampoco tengo la pretensión de ser el primero, el
segundo o el tercero de tu lista.
Basta que me quieras como amigo.
Entonces entendí que realmente somos amigos.
Hice lo que todo amigo:
Oré… y le agradecí a Dios por ti.

Gracias por ser mi amigo.

 

3 Risposte a “Anche a te e famiglia”

  1. Io purtroppo conosco una persona che è “quasi” sola, nel senso che tutta la sua famiglia ormai è costituita da sua madre e questa persona già pensa con terrore a quando sua madre non ci sarà più.
    Sì, non c’è dubbio che restare soli sia sempre brutto ma nei giorni di festa lo è ancora di più. Infatti un amico vero, sincero, è la ricchezza più preziosa della vita perché avere uno che si ricorda di te e cerca di alleviare la tua solitudine è un qualcosa dal valore che trascende ogni considerazione materiale.
    Buona Pasqua a voi, spero che la stiate passando bene 🙂

  2. Purtroppo, in questi tempi moderni, si è più soli di ciò che si pensa: non mi stupisce nulla. Anch’io ho avuto negli ultimi anni molti cambiamenti e non si fanno più le vecchie tavolinate di parenti e amici come da piccoli. Anche oggi, per questo, per quel che mi riguarda, le festività le sento meno. Per fortuna ho due bambini e con loro non si è mai soli. Grazie per gli auguri che ricambio con piacere. E grazie per essere passato alla nostra tavolinata. Un pezzo di cioccolato anche a te.

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