Trasgressione

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(Vista da lei)

Se penso alla parola trasgressione, devo tornare indietro nel tempo di almeno venticinque anni. Cosa vuoi che sia? Basta fare un giro ai pensieri. Il massimo della mia trasgressione fu fumare qualche sigaretta, che poi ho abbandonato eccetto qualcuna nei primi anni di fidanzamento. In pratica credo di aver fumato in totale due – tre pacchetti di sigarette in vita mia. Tanto bastarono per sentirmi grande. Ora mi viene da sorridere, che trasgressione è mai questa quella di fumare vista in tempi moderni? Può essere intesa come voglia di crescere. Ai miei tempi le sigarette fumate di nascosto, a una festa di compleanno erano il massimo della trasgressione. Se ci scappava pure un abbraccio e un bacio avevi fatto il pieno. Il pieno d’esperienza in un’unica serata. E non era semplice uscire e avere piena libertà come oggi, specie per una ragazza. La trasgressione cambia nel tempo. Quello che ci sembrava irraggiungibile e quasi peccaminoso, ora è passato fuori moda. Ad esempio il vestiario. A noi non sarebbe mai venuto in mente di metterci una minigonna o scegliere il nostro guardaroba e di sicuro non avevamo molti capi d’abbigliamento. Ecco perché, pure il primo paio di scarpe col tacco ci pareva chissà cosa. Ci sentivamo libere, sensuali e maliziose, anche se neppure sapevamo cosa significasse. Un po’ imbranate nella realtà e forse ti accorgi che più cresci, più trasgredisci, perché impari con l’esperienza quello che è lecito.

Ma arrivata a una certa età ti viene da ridere al pensiero di colorarti i capelli di rosa, fumarti una sigaretta senza soffocare, portare tacchi oltre dieci centimetri, mettere una minigonna o una maglietta stretta e corta. Età diversa, trasgressione diversa. In sostanza ti ritrovi a quarant’anni a essere in pigiama il sabato sera, sperando di arrivare sveglia alla mezzanotte. E non stai facendo un pigiama party, già parti col pigiama. Ciabatte in dotazione che usi pure quando esci per buttare l’immondizia. Forse la tua trasgressione più grande è sfidare la sorte e andare con la stessa “mise” a buttare la spazzatura, sperando di non incontrare nell’ordine: un bell’uomo, la pettegola della porta accanto, il postino con la raccomandata da firmare, il tuo ex, un signore che chiede informazioni o la banda del paese con annessa processione. Ma a te piace trasgredire e sfidi la sorte ogni volta.

 

viaggi di nozze

(Vista da Lui)

Quando sento la parola trasgressione mi viene subito in mente il film di Verdone: Viaggi di Nozze. La scena dove la Gerini – alias Jessica, minigonna e top sopra l’ombelico, nel corridoio di un albergo trova un carrello della colazione, viene folgorata dall’ispirazione, mette il dito nel vasetto della marmellata, se lo porta alla labbra e con sguardo erotico-coatto chiede a Ivano – ‘o famo strano? – e lui, dopo essersi acceso una sigaretta, aver fatto una pausa di silenzio le risponde, strizza gli occhi e le dice – famolo!

E allora “famolo” anche noi.

Non so se vi ricordate quel gioco tipico degli anni ’80 … il gioco della verità, nel quale a turno si era costretti a rispondere a domande imbarazzanti e puntualmente ti veniva chiesto: – Quale è il posto più strano dove lo hai fatto?
Un classico, un “evergreen” che non si può dimenticare e rispolverare, quando si parla di trasgressione.
Ecco a voi quindi la classifica dei 10 posti “più strani” dove l’ho fatto.
1) In ascensore.
Ma non un ascensore di un palazzo qualsiasi, in orario notturno e poco frequentato (troppo facile). In ospedale dove la mia “lei” era ricoverata, bloccati al terzo piano del reparto traumatologia. Dovevate vedere la faccia del dottore, quando gli sportelli si sono aperti e ci ha visto uscire: lei con la vestaglia ancora leggermente aperta e io che avevo dimenticato un calzino in un angolo.
2) Al Campidoglio.
I giardini del campidoglio a Roma, più noti come Monte Caprino, luogo di incontri omosessuali. Questa cosa che qualche coppia gay potesse vederla mentre ci univamo in un amplesso, sembrava eccitare da pazzi la mia “lei”. A me un po’ meno, e così, quando il riverbero della luna luccicò sulla pelle denudata dei suoi fianchi, dopo pochi colpi rinfoderai l’arnese. Abbracciato alla sua incredulità raggiungemmo il resto del gruppo, sotto la statua del Marco Aurelio.
3) In Pizzeria.
Quando si è giovani si arde del fuoco della passione. Ma soprattutto quando le pizze non arrivano, le mani sotto il tavolo cercano sollazzo, fu cosi che entrambi, davanti ai sorrisi del resto del gruppo, che chiassoso rumoreggiava nell’attesa, ci toccammo come preludio ad altri piacevoli giochi.
4) In macchina.
Cose di altri tempi. Chi mai oggi potrebbe solo pensare di spogliarsi all’interno di una Dyane 6, senza sedili reclinabili, all’ombra di un parcheggio, coprendo i finestrini con fogli di giornali. Eppure in fondo a via Lemonia, dove la strada terminava e il Parco dell’acquedotto iniziava, erano più di una, le coppie intente in questo gioco antico.
5) In macchina a 100 all’ora.
L’ebrezza della guida mentre lei assapora le tue carni, la velocità e l’asfalto che ti viene addosso, le tue mani tese sul volante e le sue che si fanno strada tra la zip, fino a sentire il calore delle sue labbra che ti esplode in testa.
6) Al telefono con la madre.
Quale perversione deve essere quella di spogliarla, di toccarla e eccitarla mentre lei risponde al telefono, di baciare i suoi seni intanto che parla con la madre, fino ad avere un rapporto completo e sentire dall’altro capo del filo chiedere del tempo e delle nuvole gonfie di pioggia.
7) Davanti al suo cane.
Non è un estraneo. In fondo è come farlo davanti a un familiare. Lui ti guarda da seduto con i suoi occhi perennemente aperti, il suo tartufo nero che ti punta e la lingua ansimante. Al momento clou, al climax, si alza, abbaia e vedi i suoi canini e la mandibola aperta, la testa roteare all’indietro mentre fa la voce grossa e abbaia più forte. Prima indietreggia, come per prendere la rincorsa, poi si tuffa verso di te e dopo averti annusato ti lecca la mano felice.
8) In negozio.
Nel retrobottega, mentre si cercano le camicie e i maglioni da portare al cliente, stretti nel cunicolo con gli scaffali, tra la polvere e il suo profumo, dove non c’è spazio per evitare di toccarsi, per non avvinghiarsi in un attimo fuggente e peccaminoso, per non sentire la giovinezza degli ormoni gonfiare come vele pronte a navigare e approdare nel porto sicuro, nell’anfratto della sua fragilità femminile.
9) Nel Centro Termale.
Sarà stato il massaggio dell’acqua, quei getti, quei soffioni di aria di mille bollicine, che come uno spumante ti inebriano, ti fanno perdere il lume della ragione, così degli altri non ti importa più niente. La piscina diventa vuota e ci siete solo tu e lei, abbracciati come una cosa sola, incollati, stretti, che niente e nessuno al mondo potrà mai dividervi.
10) Sulla sabbia.
Dove senti l’umidità del mare lambirti le gambe, il sale profuma la sua pelle così come i tuoi baci, dove il sole scalda la tua schiena e le dune ti coprono da occhi indiscreti, mentre la risacca ti fa da sottofondo musicale.

Ebbene, direte che queste non sono vere trasgressioni…forse…eppure così le sentivo quando le vivevo. Il tempo sfoca i ricordi e cambia i punti di vista.

Allora caro lettore, adesso tocca a te, raccontare la verità e dirci, se ne hai il coraggio…la tua  “trasgressione”.

4 Risposte a “Trasgressione”

    1. Purtroppo le storie possono finire e io ne so qualcosa. E pur vero che stare insieme per i figli è sbagliato. Più che una trasgressione quello di stare insieme col proprio compagno è fortuna e voglia di amarsi ogni giorno. Non siamo tutti fortunati o innamorati allo stesso modo specie dopo tanti anni. Può continuare per sempre o finire. L’importante è essere onesti. Ecco, forse l’onestà è la vera trasgressione.

      1. sì è vero Tiziana le storie possono finire e non condivido le unioni forzate per i figli, non è un bel vivere neanche per loro in una casa dove non c’è armonia.
        Oggi mi piace pensarti serena Tiziana !!

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