In difesa del Natale

data 21 dicembre

In difesa del Natale

Ella

La sala è gremita come ogni anno. In platea, attenti partecipanti ascoltano i relatori che, uno dopo l’altro, propongono interventi interessanti e ben strutturati. Alcuni a dire il vero sono stati noiosi, indugiando troppo in tecnicismi o arzigogoli filosofici, ma tra un dissimulato sbadiglio e l’altro anche le presentazioni meno accattivanti hanno fatto il proprio corso.
Il moderatore, mal celando un guizzo di trepidazione, annuncia finalmente l’ospite più atteso della giornata. Figura di un certo rilievo, bisogna dire. L’uomo, lento, si avvicina al leggio e si schiarisce lo gola. Si guarda intorno, di fronte a lui solo dei poveri incantati che aspettano di sentirsi ripetere ciò che già sanno. È anziano, ha perso ogni fede. Il pubblico gli sorride fiducioso, ma lui si sente solo, come fosse l’ultimo sulla Terra. L’ultimo dotato di buon senso, almeno. Si volta a leggere sullo schermo alle sue spalle il titolo dell’intervento che si accinge a fare: “cosa significa il Natale?”.
– Qual è il significato del Natale? – esordisce scettico senza un cenno di saluto – Mi state chiedendo se ha mai avuto un senso?
Silenzio. Qualche sguardo perplesso.
– Feste, addobbi, regali – prosegue senza attendere commenti – il perdono, la bontà, l’altruismo e tutti i valori che ogni famiglia per bene predica. Bla, bla, bla. Ve lo dico io cosa vuol dire il Natale: un bel niente. Un niente infiocchettato e avvolto in carta pregiata.
Molti cominciano a bisbigliare tra loro. Tra le decine di spettatori allibiti, uno trova il coraggio di replicare:
– Ma i bambini…
– Già – lo interrompe il relatore – peccato che non sia più tanto facile accontentarli. Guai se uno dei costosi regali sotto l’albero non dovesse essere del colore giusto! In questa società consumista, permettiamo al disappunto e all’ingordigia di oscurare nei nostri cuori la gioia del ricevere.
– Le festività natalizie sono un’occasione per stare insieme alle persone amate! – controbatte qualcun altro.
– Ditemi – replica prontamente l’uomo – quand’è stata l’ultima volta che avete trascorso del tempo con i vostri cari senza farvi distrarre dalla televisione, o dal vostro cellulare?
Increspa le labbra in un sorriso amaro, nessuno fiata. Riprende:
– Quest’oggi, signori, sono qui per dirvi che lo spirito del Natale è andato perduto. I doni vengono attesi, pretesi e dati per scontati così come i momenti di condivisione. La frenesia quotidiana della vita odierna non lascia spazio a inezie come i baci sotto al vischio o i canti natalizi. Nessuno canta più! Gli unici luoghi in cui si sente quella musica, ormai, sono i negozi. La tradizione è diventata una strategia di marketing, il Natale una mera operazione commerciale. L’aridità ha preso il posto della speranza – il suo tono si fa cupo – E se la gente non crede più nel Natale, c’è una sola decisione possibile: alla presenza di tutti voi, oggi io rassegno le mie dimissioni.
Porta una mano al capo, si sfila il berretto rosso e bianco e lo posa sul leggio, tra lo stupore e lo sgomento dei presenti. Tutti gli elfi, dagli addetti alla produzione dei giocattoli, ai responsabili dello smistamento delle letterine, sono increduli. Persino le renne si agitano. Nella grande sala che ospita il centonovantaquattresimo “Convegno sulla magia del Natale” regna la confusione.
– Mi scusi, signor Babbo Natale, ma non sono d’accordo!
Dal fondo della sala si leva una voce che sovrasta il mormorio generale, ma nessuno riesce a individuare da dove provenga. Molte teste si girano alla ricerca del misterioso obiettore.
– Sono io, eccomi! Sono proprio qua!
Ancora confusi gli astanti sbirciano ovunque, finanche in direzione del soffitto, ma nulla.
– Sono la narratrice! Non avrei voluto intromettermi, ma non posso tacere di fronte a una tale sciocchezza.
Sì, ho detto a Babbo Natale che ha fatto una sciocchezza. Che c’è? Quando ci vuole, ci vuole. E adesso spiego a voi, cari lettori, e a questo personaggio irriverente, perché ne sono convinta.
Babbo Natale mi guarda un po’ sorpreso, i pollici infilati nella cintura di cuoio nero dalla fibbia dorata e preziosa che gli fascia la prominente pancia. Prendo fiato. Non capita spesso di dover parlare di fronte a un tale pubblico. Va bene, posso farcela.
– Sarà anche vero che i tempi sono cambiati e il consumismo ha preso il sopravvento, ma non mi venga a dire che il Natale non è magico! Ci sono tante persone che continuano a farsi meravigliare dagli alberi addobbati, dalle luci, dai profumi, dalla gentilezza. I pacchetti preparati con cura non sono soltanto un vezzo. Essi contengono due delle cose più straordinarie al mondo: l’amore di chi lo prepara e il sorriso di chi lo riceve. E non importa quanti bambini capricciosi mettano il broncio, questo non basta ad annullare il loro stupore e la candida felicità che hanno negli occhi quando si sentono amati. Ho udito canti natalizi risuonare nelle case, sottofondo di balli spensierati e risa di amici che si vogliono bene. Ho visto famiglie ritrovarsi e sconosciuti augurarsi buone feste, incontrarsi in luoghi virtuali per condividere storie e pensieri sul giorno più speciale dell’anno. Se guarda bene li può vedere anche lei: ci stanno leggendo proprio adesso.
Babbo Natale resta zitto, sembra pensieroso. Vi sta scrutando, sapete? Credo che stia contando quanti siete. Un’espressione di genuina sorpresa appare sul suo volto. Afferra il berretto che aveva abbandonato sul leggio, lo stringe tra le mani.
– E così siete venuti qui apposta per me. Fra milioni di argomenti fra cui scegliere, avete deciso di leggere una storia natalizia. Avete creduto in me, che pur sono un semplice personaggio immaginario. Ora ho la certezza che lo spirito del Natale esiste – dice, indossando il suo berretto – e vive in ciascuno di voi.
Un “oh, oh, oh” riempie la stanza, tutti gli spettatori si uniscono in una fragorosa standing ovation.
Per fortuna c’eravate voi. Da sola, non so se sarei riuscita a ricordare al buon vecchio Babbo quanto è bello il Natale!


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Nutro da sempre una grande passione per il linguaggio in tutte le sue forme, unita all’abitudine di immaginare mondi e personaggi che un giorno ho deciso di mettere nero su bianco. Non so se questo faccia di me una scrittrice, ma una cosa è sicura: anche se a volte me ne dimentico, scrivere fa parte di me. Nel mio cassetto, come in tutti i cassetti che si rispettino, c’è un sogno: vedere il mio nome sulla copertina di un libro. Ah, e stringere la mano al mio autore preferito!”


Ella è un altro dei nostri incontri a bordo di PescePirata. Ecco come ha risposto alle nostre curiosità sul Natale.

1) Qual è il Natale che ricordi con particolare attenzione e perché?
Convivo con il mio compagno da poco più di un anno, e il Natale 2016 è stato il primo passato nella nostra casa. Addobbare un albero non era mai stato così emozionante!

2) Se potessi scegliere, cosa vorresti ti regalassero per Natale?
L’iscrizione a un corso di scrittura creativa, o di teatro.

3) Se pensi al Natale, quale racconto, romanzo o poesia ti viene in mente?
Canto di Natale, ma nella versione a fumetti con zio Paperone nei panni di Scrooge. Quando la lessi, da bambina, ne rimasi affascinata. Solo in seguito scoprii che era tratta da un romanzo.

4) Non è Natale senza… continua tu.
…le persone che amo, e i loro sorrisi.

5) Pandoro o panettone?
Ehm… non si possono avere i biscotti allo zenzero?

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