Quando si dorme

Insieme raccontiamo 29

nuovo banner IR 2018 giusto

Una nuova iniziativa per il 2018: fare blogging divertendosi e, perché no, costruendo una storia. La prima cosa che mi ha colpito mentre leggevo il blog di Patricia Moll è stato il suo “Insieme raccontiamo”. Qui potete leggere il post in questione.

https://hermioneat.blogspot.it/2018/01/insieme-raccontiamo-29.html

Quel “insieme” predispone al lavoro di gruppo, alla condivisione. E allora eccomi qui.

Per poter partecipare si deve scrivere un racconto dopo l’incipit messo da Patricia Moll nel suo blog. Chi vuole può continuare il gioco qui o sul blog Mirtilla’s house. Vi lascio l’incipit e l’immagine collegata da cui partire per il racconto.
Grazie a Patricia per lo spunto. Alla prossima! Buon proseguimento per chi vuole unirsi alla scrittura.


bed-2579798_1920

Era sfinita. Stanchezza, stress, rompimento di scatole…non ne poteva piu. Aveva solo voglia di riposarsi e dimenticare tutto e tutti almeno per un po’.
Si gettò sul letto al buio e fu allora che…

si mise a piangere. Finalmente si sfogò con un pianto liberatorio. I bambini dormivano da un pezzo nella camera accanto e lei si sistemò nel suo letto dopo la fatica della giornata. Il piumone l’aveva avvolta coprendo quasi per intero il volto bagnato. Si asciugò le lacrime con il lenzuolo e, mentre singhiozzava ancora, con le mani esili si toccò il seno. Quel seno che aveva nutrito i suoi bambini, quel seno che aveva cullato l’uomo che dormiva accanto a lei durante le loro effusioni più intime. Quel pianto silenzioso era uno sfogo a metà: non voleva svegliare nessuno. Era sua premura non far stare male gli altri, lo aveva sempre fatto. Voleva prendersi cura della sua famiglia; anche ora che era lei ad aver bisogno di sostegno. S’appoggiò al letto per non cadere. Non chiese aiuto. Si tastò il seno di nuovo, quel nodulo era diventato grande e duro. Sospirò, nella speranza che fosse solo un brutto sogno, ma non stava dormendo e suoi occhi erano disperatamente aperti. Si alzò per andare a controllare se i bambini erano ancora svegli. Si dice che il sonno dei bambini rigenera i genitori. Anna si tranquilizzò e tornò nel letto. Dopo molte lacrime, s’addormentò esausta abbracciando suo marito che continuava il suo sonno, ignaro di tanta paura e dolore.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.