Lettera a Babbo Natale (con risposta)

data 17 dicembre

Lettera a Babbo Natale (con risposta)

Andrea Di Gregorio

Caro Babbo Natale,
spero che tu non ti offenda, ma mi sento in obbligo di comunicarti che ho mandato lettere analoghe anche ad alcune altre divinità e/o entità santificate e/o mitologiche tra cui: San Nicolao, che porta i doni il 6 dicembre in gran parte della Svizzera; Santa Lucia, che il 13 dicembre li porta a Brescia e in Romagna; Gesù Bambino, che li porta dappertutto il 25 dicembre; un certo Tomte, che li porta in Svezia; tale Capra di Natale, che li porta in Finlandia; Nonno Gelo, che li porta in Russia; San Basilio, che li porta in Grecia il 1° gennaio; la Befana e i Re Magi, che li portano a Roma e chissà dove altro il 6 gennaio.
Non te la prendere. Sai com’è: il mondo si è globalizzato e quindi meglio tener d’occhio la situazione perché non si sa mai. Magari anche su da voi c’è stato un terremoto in Consiglio d’Amministrazione e ora tu non conti più di un due di picche, mentre invece è tutto in mano allo Schmutzli – il genietto malefico antinatalizio – e siamo nei pasticci (ho scritto anche a lui, comunque).
Ecco, a dire il vero ho la sensazione che questo esordio non sia proprio il massimo se uno vuol chiedere regali o favori personali, ma è appunto di questo che ti volevo parlare.
È che sono un po’ imbranato: durante l’anno è un tale disastro! Faccio pasticci con le persone che mi piacciono, senza che questo mi renda gradito alle altre; le multe per divieto di sosta fioccano; continuo a ingrassare e, quel che peggio, della cosa comincia a non importarmi troppo.
Poi, sai: anche gli altri Natali ho ricevuto una serie di regali fatti sicuramente con molta buona volontà – tra l’altro alcuni li avevo chiesti io, per cui non mi posso neanche lagnare. Però, vedi: il lettore di ebook si è rotto proprio il giorno dopo la scadenza della garanzia; le calze si bucano, i maglioni si restringono (e non solo perché sbagliamo lavaggio); i videogiochi stufano; i libri (dicono) sono un regalo superato. Insomma, mi trovo, oggi, senza nessuno dei doni ricevuti negli anni passati e mi assale una specie di pessimismo leopardiano: “A che valse?” mi chiedo, citando il grande recanatese. Poi passa un amico, mi dice che il verso non è di Leopardi ma di Andrea Zanzotto e puoi capire come mi sento.
Allora, ascolta: fai un miracolo. So che non sono stato né bravo né meritevole – ma del resto, se lo fossi stato, che miracolo sarebbe? Vediamo se hai il coraggio di raccogliere la sfida. E non rispondermi come ha fatto Gesù Bambino (so che non dovrei dirtelo, ma tu prometti, vero, che non lo dici a nessuno e che non te la prendi perché ho scritto a lui prima che a te?): “Carissimo, vedrò quel che posso fare. Tu, però, almeno fai del tuo meglio”. Capirai: fare del proprio meglio partendo dalla constatazione che tutto l’anno ho continuato a fare del mio meglio e questi sono i risultati non è consolante.
Quindi fai un miracolo: che questo Natale sia perfetto. Be’, oddio: magari perfetto no. Diciamo passabile?
Eh no! Diciamo perfetto. Insomma, sei Babbo Natale o no?

Molto Tuo

Cuore arruffato

***

Carissimo Cuore arruffato,
grazie per la lettera. Non sai quanto ci siamo divertiti a leggere delle tue disavventure. Pensa che abbiamo invitato anche altri amici – tra cui ti cito giusto Manitù e Govinda – e abbiamo passato un bel quarto d’ora ridendo a crepapelle.
Allora, abbiamo deciso di spiegarti un paio di cose.
Innanzi tutto, sia detto tra noi, ma il fatto di scrivere a tutti indistintamente è stato un po’ da maleducati.
Poi consolati: anche noi abbiamo i nostri limiti. Ogni anno consegniamo il 6% dei regali – qualche milionata – alle persone sbagliate. La Capra finlandese ultimamente ha qualche amnesia – per non parlare di San Nicolao che non vede l’ora di andare in pensione e litiga continuamente con la Befana.
Prima ce la prendevamo, invece ora abbiamo imparato ad accontentarci. Facciamo anche noi del nostro meglio, ma se poi capita qualche milione di errori nella consegna, pazienza.
E anche tu, allora, non prendertela. La perfezione, in fondo annoia.

Tuoi

Babbo, Santa, Befi, Nicolao, Basilio, Nonno Gelo ecc. ecc.


di gregorioAndrea Di Gregorio
Si è laureato in Filosofia alla Scuola Normale Superiore di Pisa. In tempi quasi preistorici (1995 e 1998) ha pubblicato due romanzi (Poppis & Pors e Tutto di lei) con Salani. Più di recente, ha al suo attivo il manuale per la traduzione, Il vademecum del traduttore, Società Editrice Dante Alighieri 2014, la raccolta di racconti di Natale Le feste mi colgono sempre impreparato, Alessandro Dominioni Editore in Como (https://www.dominionilibri.it), qualche nuova traduzione del giallista Petros Markaris, di cui ha tradotto tutti i romanzi, prima per Bompiani e ora per La Nave di Teseo e una nuova edizione delle Poesie di Costantino Kavafis (introduzione, traduzione e note) per i Grandi Libri Garzanti.
Insegna scrittura creativa e traduzione in giro per l’Italia e anche in Svizzera.
Questo racconto è stato scritto per i lettori del Corriere del Ticino.

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