Sanremo e gli Eterni giovani

Claudio Baglioni

Sono stato messo KO dall’influenza, per cui mi ritrovo sul divano, chiuso in un bozzolo di coperte a tossire e a combattere i brividi di freddo.

Unica compagna la TV. In questo periodo è impossibile accendere la televisione e non vedere immagini del Festival di Sanremo.

Non è che voglio trovare una scusa per dire che ho visto il Festival…come se fosse una vergogna, roba troppo nazional-popolare per persone di un certo spessore culturale, da evitare categoricamente, come se fosse contagioso. Che poi secondo me tutta la televisione generalista è nazional-popolare, (ad eccezione forse dei programmi della dinastia “Angela”) e quindi è tutta da evitare.

Comunque, a parte il fatto che non sono una persona di spessore, per me è come una pasticca di Roipnol, la Tv. Mi sdraio accendo e spengo il cervello.

Sanremo, dicevamo, imperversa su tutti canali Rai, dalla mattina fino alla sera. Inutile dire come il Festival rappresenti uno specchio della società e questa volta forse ancora di più.

Notizia ANSA dell’altro giorno: italiani-sempre-piu-vecchi.

E il Festival?

Pure. Il Direttore artistico, nonché conduttore di fatto del Festival è Claudio Baglioni (16 maggio 1951), la bellezza di 66 anni, (anche per la Fornero potrebbe andare in pensione). Ne ha fatta di gavetta il ragazzo dai tempi in cui trascorreva l’adolescenza nel quartiere romano di Centocelle, (sarà per quello che mi è stato sempre simpatico, visto che sono nato anche io lì), fino a diventare Il 3 novembre 2003 Commendatore della Repubblica

Il sopranome di Claudio era “Agonia” d’altronde se vai a leggere la sua biografia…Nel 1965 riceve in regalo la sua prima chitarra e dopo breve tempo inizia a suonare alcune canzoni di Fabrizio De André da autodidatta. Il suo look di quegli anni: maglioni neri a collo alto, occhiali spessi, aria da intellettuale e testi ispirati a Edgar Allan Poemi sarebbe piaciuto vederlo mentre giocava a calcio con gli amici, secondo me era quello che nella “conta” veniva sempre scelto per ultimo (chi ha giocato a calcio sa di cosa parlo).

Comunque grazie alle indiscusse doti canore, sommate alla sua capacità poetica nello scrivere i testi, ha raggiunto il successo e le sue canzoni rimangono scolpite nella mia memoria, come penso in quella di molti altri.

Ma Baglioni non è il solo che sul palco dell’Ariston si atteggia a “eterno giovane”. Gli fanno buona compagnia Gianni Morandi (ospite) con i suoi 73 anni, Ornella vanoni (83 anni); Red Canzian (66 anni), Roby Facchinetti e Riccardo Fogli (rispettivamente 73 e 70 anni); Ron (64 anni); Enrico Ruggeri (60 anni); Enzo Avitabile (62 anni). In confronto max Gazze con i suoi 50 anni è un pischello. Non solo Italia però, basta pensare ai Rolling Stones (Mick Jagger con i suoi 74 anni in giro a fare concerti) o allo stesso Sting, coetaneo di Baglioni.

Il dato certo è che siamo costretti a rimanere giovani, sempre energetici, pieni vigore, di sprint, sempre in movimento, in viaggio. Questo vuole la nostra società, vuole settantenni con la voglia di giocare, che pensano ancora ad innamorarsi, al sesso. Insomma Eterni giovani. Per carità, non dico che a settantanni bisogna per forza stare seduti a giocare a carte al bar, vedere la Tv e andare a dormire presto dopo aver bevuto una tisana. Però essere costretti a fare i giovani è appunto una forzatura. Mi sembra un paradosso che in un mondo di anziani non ci sia posto per gli anziani. Per chi non vuole apparire per forza giovane. Un po’ come i miei amici che mi dicono: …e tagliati ‘sta barba che sembri più vecchio…ma io sono vecchio e rivendico il fatto di essere vecchio, di avere gli acciacchi, di non aver voglia di correre, di guardare alla vita con un ritmo diverso, più lento.

Comunque onore a Baglioni che si è dimostrato un grande artista e ha fatto vedere quanto nella canzone italiana il testo sia fondamentale e faccia la differenza, d’altronde come ha raccontato Fiorello… uno che ti scrive dei whatsapp così…Ciao Rosario, mi sono trovato a essere il sacrestano nel tempio della musica italiana. In quelle che saranno notti di note, dove le emozioni si intrecciano alle passioni, dove le armonie volteggiano come i gabbiani sospinti da venti autunnali. Sai quanto la tua arte sia per me sinonimo di sentimenti inenarrabili e in questo 6 febbraio, con la tua presenza in riviera, potresti essere il mio vero gancio in mezzo al cielo.

Sarà vero?

Dico però che una canzone come “Poster” è un racconto da grande scrittore.

…seduto con le mani in mano sopra una panchina fredda del metro, sei lì che aspetti quello delle 7.30 chiuso dentro il tuo palteot.

Un tizio legge attento le istruzioni sul distributore del caffè e un bambino che si tuffa dentro a un bignè. Quell’orologio contro il muro segna l’una e dieci da due anni in qua, il nome di questa stazione è mezzo cancellato dall’umidità.

Un Poster che qualcuno ha già scarabocchiato dice “Vieni in Tunisia” c’è un mare di velluto ed una palma e tu che sogni di fuggire via…di andare lontano, lontano…andare lontano, lontano…

E da una radiolina accesa arrivano le note di un’orchestra jazz, un vecchio con gli occhiali spessi un dito cerca la risoluzione a un quiz, due donne stan parlando con le braccia piene di sacchetti dell’Upim e un giornale è aperto sulla pagina dei films.

E sui binari quanta vita che è passata e quanta che ne passerà, quei due ragazzi stretti stretti che si fan promesse per l’eternità.

Un uomo si lamenta ad alta voce del governo e della polizia e tu che intanto sogni, ancora sogni, sempre sogni di fuggire via…di andare lontano, lontano…andare lontano, lontano…

Sei li che aspetti quello delle 7, 30 chiuso dentro il tuo paletot, seduto sopra una panchina fredda del metrò.

Quest’anno al Festival vinceranno Moro e Meta (Non mi avete fatto niente), o forse lo Stato Sociale (Una vita in vacanza), ma il testo che mi è piaciuto di più è quello di Max Gazzè (La leggenda di Cristalda e Pizzomunno).

Pizzomunno” è un monolite calcareo alto circa 25 metri che dà il nome alla spiaggia di Vieste a cui è legata questa leggenda. La figura della sirena rappresenta la personificazione del pericolo del mare. Nella favola il pescatore Pizzomunno ogni giorno all’imbrunire usciva per andare a largo e durante la notte veniva ammaliato dalle sirene malvagie, follemente innamorate di lui. Il ragazzo però, fedele alla sua amata Cristalda, resisteva al loro fascino fino a quando queste reagirono e trascinarono la sua amata negli abissi del mare. Così Pizzomunno, pietrificato dal dolore, si trasformò in una enorme roccia bianca.

Tra i giovani mi ha invece colpito Lorenzo Baglioni (niente a che fare con Claudio) e il suo “congiuntivo”…una canzone didattica.

12 Risposte a “Sanremo e gli Eterni giovani”

  1. Non sono snob, giuro, ne faccio solo una questione di gusti: San Remo mi piace poco. Cioè lo vedo, ma a spot, mi fermo sul canale se c’è l’artista che ascolto volentieri, se no faccio zapping finché non mi viene sonno. Gli artisti sono tutti poco accattivanti: gli anziani, ma basta! I giovani, giusto qualcuno: Il duo Meta/Moro vincerà anche per me, una canzone orecchiabile, col testo giusto e loro due molto bravi, ma al terzo ascolto già non ne potevo più. Riesumare cariatidi fa “Festival di San Remo”, ma la Vanoni che cerca il consenso del giovane diciottenne di oggi mi fa sorridere.
    Baglioni una statua di cera data in prestito dal museo londinese, un fiore dico uno sul palco, e poi il monopolio settimanale della trasmissione, vabbè, mi fermo: fino a qualche anno fa, ci riunivamo in casa di un’amica durante le serate del festival e ridevamo come matti, ora mi annoia non poco.
    (Troppo sincera?)

    1. Grazie per il…sincero commento…penso che quasi tutti utilizzino lo zapping. Solo una curiosità Marina quanti anni fa non ti annoiava? Perchè io forse lo vedevo tutto quando durava solo una serata, e dico forse. Comunque è un evento, una specie di rito che accomuna gli italiani, un po’ come la nazionale di calcio ai mondiali…chiunque ne parla. Penso appunto che rispecchi il “trend”, o se ti piace di più “L’andamento”, della società attuale che ci vuole eterni giovani…citavo infatti anche i Rolling Stones o se vuoi in Italia Vasco, ma anche Berlusca o Briatore…di esempi ce ne sono tanti…

  2. Saranno più di vent’anni che non guardo Sanremo. Sinceramente vivo bene anche senza 🙂
    Interessante il tuo post ma del FEstival non mi può interessare di meno. Tanto normalmente il vincitore lo strombazzano già mesi prima ahhahahah

    1. Grazie Patricia, sono contento che hai trovato interessante il post…per quanto riguarda San Remo una sbirciatina la si può anche dare, come dicevo non è contagioso 🙂 🙂 🙂

      1. Senz’altro ma da noi la televisione è solo un soprammobile ahhahhah
        Poi, se proprio vuoi che ti dica tutta la verità… che c’è ancora da vedere in tivù? N on la banda Angela per favore! Basta! padre figlio e domani? I nipoti?

  3. Giampy mi piace sempre un sacco come scrivi e ogni tanto, tra una corsa è l’altra(!!) tento di leggere il tuo blog!!! Anche io ho fatto questa riflessione sugli eterni giovani…ma anche su degli eterni giovani parecchio ingombranti che non hanno proprio intenzione di lasciare spazio!!! Non credo che giovane sia sinonimo di migliore…assolutamente No!!!…ma l’altra sera vedere tutti gli artisti che hai citato (molti sono pure nonni!!)uno di fila all’altro mi ha un po’ impressionato e ho pensato ai figli che sicuramente hanno avuto dei vantaggi ad essere figli di…ma che fatica e che palle per loro!!!! Bacioni a tutte le tue donne!!!

  4. Ho trovato buona la conduzione e Favino in particolare. Mi è piaciuto Mirkoeilcane che merita anche per altre canzoni poco conosciute ma che girano sul web. Per il resto bravo Baglioni soprattutto quando cantava anche se non sono un suo fan accanito, ma i brani in concorso erano per me piuttosto scadenti. Ultima riflessione: se a Sanremo ci sono ancora Ornella Vanoni e Red Canzian non credo sia solo perché mancano nuove leve ma forse perché si vuole continuare a perpetrare una tradizione oramai stantia ed ammuffita di una certa musica italiana.

    1. Grazie per il commento Daniele, Sanremo è solo uno specchio della società che ormai è composta in gran parte da anziani. Società che però rifiuta la figura dell’anziano, ci vogliono tutti scattanti e vigorosi

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