Silenzio di tomba (racconto per “Il vizio di scrivere”)

IL VIZIO DI SCRIVERE

Gli incontri de “Il Vizio di scrivere” coordinati da Tiziana Viganò si svolgono presso la biblioteca di Rescaldina, in via Battisti 3.

“Il Vizio è uno spazio da dedicare a noi stessi, a un’attività creativa, in compagnia di altri appassionati: non è necessario essere professionisti”.

Non si tratta di un corso di scrittura, ma di un incontro durante il quale tutti si cimenteranno nella scrittura, prendendo spunto da semplici idee, messe in condivisione dai partecipanti stessi.

La partecipazione è gratuita. Le date e i contatti per partecipare li trovate qui:

https://www.facebook.com/ilviziodiscrivere/

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Si può partecipare a un incontro con altri autori per scrivere? Certo che sì, anche se si è distanti, molto distanti, si può addirittura partecipare da un’altra provincia. Lazio e Lombardia non sono vicini geograficamente, eppure, grazie a Tiziana Viganò anch’io ho preso parte a questi incontri di scrittura presso la biblioteca di Rescaldina (MI). È la prima volta che aderisco a questa iniziativa e ne sono rimasta entusiasta. Di sicuro il vedersi, il confrontarsi con gli altri, assistere di persona è un qualcosa in più.

Come funziona? Semplicemente così, (come scrive Tiziana che coordina il tutto): i partecipanti scriveranno su un foglietto un argomento a piacere, raduneranno tutto in una ciotola e sorteggeranno il tema. La sorte deciderà! L’ultima ora sarà dedicata alla lettura ad alta voce delle composizioni. E’ richiesta passione e fantasia, null’altro.

E via a scrivere, tutti riuniti in biblioteca per il vizio di scrivere.

Così ho scritto, ma da casa, come ho già detto. Il mio argomento sorteggiato è stato “il silenzio.” Il tema mi è piaciuto, sono stata fortunata, non ho avuto particolari problemi a creare il testo che leggerete. Da casa ho potuto scrivere come se fossi con gli altri e poi ho inviato il mio racconto. Mi sono divertita, ho imparato a scrivere, a condividere con gli altri  anche se per impegni vari e la distanza non ho potuto sentire il gruppo il giorno stesso. Sicuramente non mancherà occasione per parlare e scrivere con tutti loro. Per il momento mi rimarrà il bel ricordo dell’iniziativa.

Grazie a Calibano per avermi fatto conoscere Tiziana. Un saluto a tutto il gruppo de “Il vizio di scrivere” che spero di sentire presto, anche di persona. Grazie in particolare a Tiziana Viganò per avermi fatto partecipare, per la coordinazione e condivisione del mio racconto sul suo blog. tizianavigano.blogspot.it

Ecco il mio racconto. Buona lettura!

Qui dove mi trovo, nessuno parla. Non per snobismo, ma perché non possiamo più parlare con gli altri. Un silenzio di tomba per la maggior parte del tempo. Poche chiacchiere, troppo poche. Tutti morti tranne il becchino. La voce di Glauco, il becchino, riecheggia nel lungo viale da cui riposo da diciott’anni. Lui è un tipo solare, mi fa compagnia al contrario dei miei vicini di tomba. Accanto a me giace Anselmo Ferretti nato a Roma il 6 aprile del 1933 e morto il 26 giugno 2011. Alla mia destra c’è una bambina: Virginia Pontera nata il 9 gennaio 2005 e morta il 12 ottobre 2012. E poi ci sono io: Claudio Marini nato il 18 marzo del 1942, morto il 4 maggio 2000. Siamo tutti nati e morti a Roma. E che morti! Anselmo è morto d’infarto, Virginia in un incidente d’auto. Di entrambi l’ho saputo dai loro cari. Quanti pianti! Lo ammetto, ho pianto anch’io quando hanno portato quella bara bianca. Le bare bianche sono un colpo al cuore, anche se il mio non batte più da tanto tempo. Morto, silenziosamente morto, vivo nei sentimenti.

“Che dici?”rispondo a Virginia.

“Non piangere, Claudio. Lasciami riposare.”

“Ci proverò, ma mi commuove sempre la tua storia. Lo vedi come piange pure questa signora di fronte a te?”

Silenzio, di nuovo. Si dev’essere addormentata. Dormi, piccola, dormi. Non racconterò più di te che hai sbattuto la testa sul vetro. Un’imprudenza di tuo padre costata cara. Ma ora dormi, sarai stanca.

“E di me non dici nulla?”

“Certo Anselmo, certo.”

Anselmo è morto d’infarto. Non si pensi che sia stata una morte brutta. Dormiva e durante il sonno ha proseguito verso quello eterno. Il cuore pompava bene, era un uomo in salute.

“Anselmo, non è che hai fatto qualche stravizio negli ultimi tempi?”

“Che mi ricordi, no. Ma è passato troppo tempo, non sono sicuro.”

“Hai ragione. Anch’io comincio a dimenticare qualche particolare.”

E pure Anselmo torna in silenzio. Io vorrei parlare di più. Forse potrei farlo con il becchino. Che male c’è a sfogarsi un po’? Sono morto, mica asociale. Oggi non si vede, cosa sarà successo? Ho imparato a capire che orario fosse attraverso le ombre delle lapidi e non solo. La signora Nilde Meniconi vedova Sebastiani la conosco bene; era una mia compagna di classe.

Precisa, tutti i giorni passa dal marito, solita ora e solito mazzo di fiori. Poverina! Almeno io non ho lasciato nessuno a piangermi, né genitori, né moglie e si spera nessun figlio. Non mi risulta nessuna richiesta di paternità. Avrei tanto voluto diventare padre, invece non ho trovato la compagna giusta. La mia vita non è stata una favola. Avevo un lavoro fisso come operaio in una fabbrica che lavora l’acciaio. Proprio quel posto di lavoro che mi ha ucciso. Sul referto dell’autopsia hanno scritto esalazione da azoto. Ancora qualche anno e sarei andato in pensione. Non voglio pensare alle cose brutte. Ho altro per la testa come sapere dov’è Glauco. Mi preoccupa questa assenza. Qui è un mortorio senza di lui e i miei vicini di bara non mi aiutano a ingannare l’attesa. Glauco, invece, mi fa sorridere con le sue battute al vetriolo. La domenica ascolto le partite insieme a lui, so tutto di sua moglie; Glauco ha il vizio di parlare da solo. So pure di certi intrallazzi. Bocca mia, taci! Per forza: non posso parlare con i viventi, solo ascoltare e vedere. Ad esempio: chi è questo signore con in mano la scopa e la paletta che pulisce? Glauco, non facciamo scherzi, dove sei?

“È morto.” afferma Anselmo ridestandosi.

“È morto? Ma quando? Non sapevo niente. Chi te l’ha detto?”

“Mia moglie.”

Se l’ha detto sua moglie, ci credo. Non le sfugge niente. Ma…

“Quando te l’ha detto, Anselmo?”

“Ieri mattina.”

Ecco. Lo sapevo, per una volta che mi sono appisolato, è successo di tutto. Che tristezza! Mi aspetteranno lunghi periodi di silenzio. Qui sono tutti morti, pure il vecchio becchino.

20 Risposte a “Silenzio di tomba (racconto per “Il vizio di scrivere”)”

    1. Grazie mille. L’iniziativa va lodata e condivisa. Si pensa sempre alla scrittura come un’attività solitaria. La mia è stata un’esperienza da sola per via dei chilometri che ci dividono, ma il sentirci, il leggere e la partecipazione, ti assicuro che è come se fossi stata lì. E comunque ti rendi
      disponibile nello scrivere insieme ad altri, magari con una scrittura a più mani in futuro. Chissà…

  1. Ciao Tiziana, innanzitutto complimenti per il racconto. L’ho trovato profondo, rappresenta il silenzio e nello stesso tempo il desiderio di comunicare comunque, al di là dei limiti. Complimenti anche per aver aderito a un’iniziativa lodevole. Anch’io sto vivendo l’esperienza di scrivere in un gruppo e la cosa ci sta facendo un gran bene. Finalmente prendiamo atto che la scrittura non è solitudine ma scambio e condivisione.

    1. Ciao Rosalia. Intanto grazie per i complimenti. Scrivere insieme è una bellissima esperienza e, per fortuna, questa non è stata l’unica. Anche condividere un progetto comune di vari autori come ad esempio un’antologia, è un lavoro di squadra. Anche scrivere in due e amalgamare un racconto è una bella avventura. Insomma: non disdegno le collaborazioni con altri e ogni volta è un arricchimento.

  2. l’assenza, l’attesa, il silenzio. proprio vero che l’essenziale è invisbile agli occhi (sia lode ad Antoine de Saint-Exupéry). e direi che sei riuscita a dare corpo a tutti e tre, con leggerenza e nel contempo profondità (cosa tutt’altro che facile in un racconto a tema). unico appunto, mi sono un po’ mancati gli odori, che forse avrebbero aiutato a stimolare il coinvolgimento sensoriale del lettore. eh, eppoi, più silenzioso dell’odore cosa c’è?!?
    : )

  3. Ciao e benvenuto. Benedetto sia Antoine De Saint-Exupéry nella sua essenzialità descritta attraverso il personaggio del Piccolo Principe. Ti ringrazio per l’apprezzamento e per il suggerimento riguardo l’olfatto. Un senso che qui non ho espresso, hai ragione. Lo terrò presente per la prossima scrittura a tema (non facile, anche qui concordo pienamente) e non. Alla prossima!

    1. Grazie e benvenuto nel blog… abbiamo appena lanciato una nuova iniziativa….un racconto su una “prima volta”, come regalo da farci per il nostro compliblog…se per caso volessi partecipare trovi tutte le informazioni in home

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